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Se il bambino non arriva: come curare la sterilità

24 maggio 2017Autore: admin 1.293 views Nessun commento

Se dopo un anno di rapporti finalizzati e non protetti la coppia non riesce a concepire, è possibile che uno dei due componenti abbia una problematica che rende difficile – o addirittura impossibile – il concepimento. Quando il bambino non arriva, nel 40% dei casi la problematica è maschile e nel 50-60% è femminile; il percorso diagnostico inizia dall’uomo, perchè gli esami per lui sono meno costosi e meno invasivi rispetto a quelli per lei. Anche se si hanno difficoltà a concepire, non bisogna farsi prendere dal panico ed immaginare subito il ricorso alla fecondazione assistita: fortunatamente la maggior parte dei problemi di fertilità può essere risolto in un centro specializzato, dove l’impedimento alla gravidanza (sia esso di natura ormonale, meccanica, infettiva o genetica) solitamente viene rimosso con successo. Sono numerosi i centri per la cura della sterilità a Roma, una delle città all’avanguardia per quantità e qualità di cliniche specialistiche (sia pubbliche che private) dedicate alle patologie della riproduzione: un team di medici, biologi e psicologi si occupa della coppia sotto ogni punto di vista, con il fine ultimo di arrivare ad una gravidanza e ad una felice conclusione del percorso di cura.

Mentre la sterilità è una condizione irreversibile, che può colpire uomini e donne e per la quale non esiste cura, l’infertilità è una condizione temporanea e nella maggioranza dei casi curabile. Le cause di infertilità o sterilità più comuni nell’uomo sono il varicocele (vene varicose sui testicoli), azoospermia (mancanza totale di spermatozoi) e oligospermia (difetti di numero e/o vitalità degli spermatozoi). Altre cause di sterilità irreversibile sono malattie genetiche che non permettono allo spermatozoo di fecondare l’ovulo, oppure malattie infettive, ma più raramente. Per studiare la motilità e le caratteristiche degli spermatozoi si esegue come prima cosa uno spermiogramma con spermiocoltura, seguito eventualmente da esami più approfonditi e costosi (dosaggi ormonali, analisi computerizzata del seme, cariotipo…).

L’apparato genitale femminile è invece decisamente più complesso e quindi più sensibile a patologie che possono impedire l’instaurarsi di una gravidanza. Innanzitutto bisogna valutare la storia clinica della paziente (menarca, regolarità del ciclo, malattie passate, interventi); poi si studiano l’assetto ormonale e si esegue una semplice ecografia delle ovaie e dell’utero, per escludere la presenza di microcisti ed assicurarsi che le tube siano in buone condizioni. Altri esami, come l’isteroscopia e la sonoisterosalpingografia, servono a visualizzare la cavità uterina per escludere malformazioni che possono impedire l’impianto dello zigote. Le indagini genetiche, a causa del costo, sono le ultime ad essere effettuate.

Purtroppo, in una rilevante percentuale dei casi (oltre il 20%) non è possibile giungere ad una diagnosi e non si riesce a capire per quale motivo la coppia non concepisca, perchè gli esami danno risultato negativo (in linguaggio medico, significa che non ci sono problematiche). La strada migliore per ottenere una gravidanza è allora la fecondazione assistita (PMA) che si avvale di raffinate tecniche quali la Fivet e la ICSI. Dopo una stimolazione ormonale prolungata, gli ovociti maturi vengono prelevati dalle ovaie con una lieve sedazione e vengono fecondati in provetta con gli spermatozoi del partner, selezionati dal biologo al microscopio. L’ovulo può essere fecondato spontaneamente, dopo essere stato messo a contatto con qualche migliaio di spermatozoi (tecnica Fivet) oppure iniettato con uno spermatozoo in particolare, scelto per le sue caratteristiche (tecnica ICSI, usata quando la mobilità degli spermatozoi è insufficiente). Dopo un paio di giorni trascorsi in incubatore a 37°C, il pre-zigote può essere re-inserito in utero, dove si spera dia il via ad una gravidanza.

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